A nord-est di Kandahar, le valli e gli altipiani, limitati ad oriente dal baluardo del Sulaiman-dagh, appartengono per la maggior parte ai Ghilzai o Ghilgii, chiamati anche Mattai e divisi in una cinquantina di clan. Si dicono d'origine turca e sarebbero venuti dall'ovest nel decimo secolo: [100] sono i Khilgii o Kalagii degli autori arabi. Si convertirono di buon'ora all'islam, senza però abbandonare certe pratiche del loro antico culto; secondo la tradizione, sarebbero stati cristiani, uniti a quelli della Georgia o dell'Armenistan, e si cita in prova il fatto, del resto senza valore probativo, che i loro vestiti sono ricamati di croci e che le loro donne incrociano le braccia al petto prima d'impastare il pane [101]. Sebbene si ritengano distinti dagli Afgani, essi parlano la stessa lingua, hanno lo stesso aspetto fisico e gli stessi costumi; si debbono vedere in loro veri Paktanah, diventati tali cogl'incroci, qualunque sia del resto la parte fatta primitivamente agli stranieri colla conquista; si distinguono in generale per una nobile prestanza della persona ed una grande regolarità di lineamenti. I Ghilzai erano una volta la tribù più potente del paese: furono dessi che conquistarono la Persia in principio del secolo scorso, ed all'esaurimento prodotto da tali guerre si deve senza dubbio attribuire la rivoluzione, che li ha posti in secondo rango; pure hanno conservato l'orgoglio della razza. Il regime repubblicano s'è mantenuto fra loro molto meglio che fra i Durani; ogni clan, quasi ogni famiglia s'amministra in piena indipendenza e raramente s'ingerisce nel governo delle altre comunità: la pace fra le tribù non è turbata, fuorchè nelle epoche di commozione generale, allorchè si reclutano le truppe dell'emiro.
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