I dissensi intestini sono frequentissimi fra i Yusuf-zai. Come ripetono essi stessi, un santo ha lasciato loro la sua benedizione, dicendo: "Voi sarete sempre liberi, ma non sarete mai uniti!". Come gli antichi Ebrei, che molti missionari inglesi danno per antenati ai figli di Giuseppe, - del resto senza prove storiche, - i Yusuf-zai ed altre tribù vicine, quali i Mahomed-zai e gli Swati, procedono, dopo un certo periodo, dieci, venti o trenta anni, ad una nuova distribuzione delle terre: si decide col sistema della paglia più corta fra clan e famiglie, ed il coltivatore cambia di residenza per andare ad occupare il lotto che gli è assegnato temporaneamente; [103] quegli, che protesta contro la sorte o disputa con altri pei limiti del suo campo, viene espulso dalla tribù e perde ad un tempo terra, moglie, figli e diritti civili. Questo regime della proprietà, che ricorda l'antico possesso comunistico, non impedisce che i campi dei Yusuf-zai siano coltivati bene e rendano ottimamente, [104] ma in molti distretti la pratica della schiavitù ha prodotto il risultato d'una grande decadenza agricola ed industriale. Diversi clan ridotti in cattività, come i prigionieri di guerra un tempo fatti nell'Indostan, sono stati distribuiti fra le tribù dei Yusuf-zai e degli Swati, che ajutano nella coltivazione del suolo ed in altri lavori. Questi schiavi, noti sotto il nome di fakir, ottengono qualche volta, come un tempo i mugik russi, il permesso di darsi nei villaggi al commercio od all'esercizio d'un mestiere personale, ma debbono pagare una tassa al loro padrone, senza contare l'imposta prelevata dalla giirga.
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