L'uso non esige dall'eroe un numero più ragguardevole d'alte geste, ma si approvano quelli, che "pel loro piacere" non si contentano di quattro vittime. Questi valorosi piantano presso la loro casa un'alta pertica sormontata da una grossolana effigie umana, nella quale praticano tanti fori quanti individui hanno ucciso: un semplice foro rappresenta la morte d'una donna, un fiocco di lana passato nel buco ricorda l'uccisione d'un uomo [125]. La donna, il cui marito o padre ha ucciso dei musulmani, s'orna i capelli di piccole conchiglie o si mette un nastro rosso al collo. I disgraziati, che non hanno avuto la fortuna di far cadere una testa, debbono mangiare in disparte, lontani dalla tavola degli eroi [126]. D'altra parte, è rarissimo che scoppino dispute fra due individui d'uno stesso clan, e, quando si battono, i due avversari debbono spogliarsi, gettare lo armi e riconciliarsi dopo la lotta, in presenza di tutti gli abitanti del villaggio.
Una delle cause di guerre frequenti fra tribù è l'obbligo, che ha il Siah-Posh d'andare a conquistare la donna fuori della sua tribù, gettando freccie tinte di sangue nella casa, in cui si trova quella che gli piace: [127] strettamente esogamo, esso considera tutte le ragazze del villaggio come sue sorelle. Mentre gl'"Infedeli" vanno a rapir lontano le donne, i Maomettani penetrano in paese kafir per acquistare o prendere a forza delle prigioniere destinate agli harem dei grandi: le donne Siah-Posh sono le "Circasse" dell'Afganistan. Un clan soggetto al sovrano di Tscitral è obbligato a mandargli ogni anno un tributo di miele e burro, stoffe, vasi preziosi e bestiame, al quale bisogno aggiunge un convoglio di giovani donne e di fanciulli dei due sessi.
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