I Siah-Posh ravvisano dei fratelli d'origine nella maggior parte delle tribù maomettane delle valli vicine. Sanno che il loro territorio era una volta più esteso e che essi sono stati gradatamente respinti dalle pianure verso la regione delle nevi, perdendo non solo le ricchezze, ma anche la civiltà, "giacchè i loro antenati, così dicono, sapevano leggere e scrivere come i panditi indù". Non solo la somiglianza dei lineamenti e delle lingue attesta la comunità d'origine fra i Siah-Posh e qualche tribù limitrofa convertita all'islam, ma numerose costumanze degl'"Infedeli" si sono mantenute in paese musulmano. Così l'uso degli sgabelli è poco meno comune fra i maomettani della montagna di quello che tra i loro fratelli Siah-Posh; essi raramente siedono "alla turca", incrociando le gambe, e non s'accoccolano "alla persiana"; gli uni e gli altri sono grandi bevitori di vino; infine Siah-Posh pagani e Siah-Posh convertiti, qualunque sia il loro idioma, contano a ventine, e la loro unità di terzo ordine, corrispondente alle nostre centinaia, è venti volte venti [132]. Le donne delle tribù musulmane d'origine kafir hanno l'abitudine di andare a faccia scoperta, come le donne degl'Infedeli, e prendono parte a tutti i lavori esterni. Certe popolazioni possono essere considerate come anelli di transizione fra i "Nero-Vestiti" ed i montanari convertiti, quali i Safi, ossia "Puri". Una delle tribù mezzo afganizzate è quella degli Sciugani, che vivono accanto ai Safi nel Darah Nur o "Valle di Noè" e nel Kunar inferiore, a nord-est di Gialalabad; a loro si dà spesso il nome di Nimsciah o "Metà l'uno metà l'altro". Pei loro matrimonî sono ad un tempo Afgani e Siah-Posh, e generalmente cercano di restare in rapporti d'amicizia con tutti i loro vicini.
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