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      Ad ovest, dall'altra parte della forra, s'apre un vasto bacino triangolare di campagne ben coltivate, ombreggiate da pioppi e salici, ma intorno alle quali sorgono monti troppo spogliati del loro verde; ad est un promontorio delle colline porta il quartiere militare di Baia hissar o dell'"Alta Fortezza", non è molto circondato d'una forte cinta, che gl'Inglesi hanno parzialmente distrutta nel 1880. Il quartiere del Bala hissar forma una specie di gradinata di fortificazioni; lo scalino superiore è la cittadella; sul fondo è il palazzo dell'emiro, che nelle sue mura racchiude anche giardini. La città stessa è attraversata in tutti i sensi da mura, che la dividono in celle distinte, come quelle d'un favo di cera in un alveare. Ma per la regolarità geometrica la città afgana non somiglia punto ad una città d'api; le pareti divisorie sono demolite in più parti, e le loro breccie formano colle viuzze serpentine un labirinto inestricabile; il terremoto del 1874, che atterrò un migliaio di case, accrebbe ancora il dedalo, ostruendo molti viali. Kabul presenta un ordinamento regolare anzichenò soltanto ne' suoi "bazar" o strade commerciali, la lunga via di Sciu e lo Tsciahar Tsciauk o "Quattro Piazze": è là che lavora il maggior numero degli operai, sellai, falegnami, fabbri. Molti abitanti hanno lasciato la città pei sobborghi, che si prolungano a nord-ovest e a nord, ai due lati del torrente. Per dominare la città coi loro cannoni gl'Inglesi s'erano stabiliti a nord-est, sulla collina di Scerpur o Behmaru, masso di conglomerato alto 240 metri e già scelto da Scir Ali come posto d'una fortezza.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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