Posta a 2,356 metri d'altezza, in una regione calda d'estate, freddissima d'inverno, e corsa da venti terribili, Ghazni è inoltre priva d'acque abbondanti e di fertili campagne; non ha nemmeno la bellezza degli orizzonti. "Io mi sono sempre domandato, dice il sultano Baber, come mai principi, che regnavano sull'Indostan e sul Korassan, abbiano potuto stabilire la sede del loro governo in un paese così miserabile!" Vero è che, non appena fu abbandonata come residenza reale, Ghazni perdè quasi tutta la sua popolazione; ma ha conservato sempre importanza come punto strategico fra Kabul e Kandahar. La città è costruita a piè di una lunga cresta di rupi gessose, qua e là coperte di un po' di terra vegetale, la quale porta sulla più alta prominenza una cittadella dalle mura disuguali, fiancheggiate di bastioni e coronate di torri. Questo castello forte porta, come quello di Kabul, il nome di Bala hissar. Sebbene Ghazni non sia mai stata una gran città, tuttavia a nord della città attuale si stendono rovine sopra uno spazio considerevole [150]. Là senza dubbio sorgeva la "Fidanzata Celeste" di Mahmud, la moschea di marmo e granito, che egli eresse a memoria delle sue conquiste. Due minareti elegantissimi, adorni d'iscrizioni kafiche e sorretti da alti basamenti di forma stellata, appartenevano probabilmente a questa moschea. Si dà a Ghazni il nome di "seconda Medina", causa il gran numero di personaggi illustri, dei quali la città possedeva le tombe. Quella del Ghaznevida si vede ancora nell'antica città, ma non ha più le porte di legno di sandalo, che Mahmud aveva rapite a Somnath, nella penisola del Kattyawar; prese nel 1842 dagl'Inglesi, furono trasportate a Delhi come un trofeo.
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