Il crocicchio fra le due grandi strade di Kandahar, nel quale sorge una cupola, forma il centro del bazar, e quasi sempre venditori, compratori e curiosi vi si pigiano in folla compatta. La strada orientale che mena alla porta di Kabul, è occupata specialmente dai mercanti di stoffe, mentre la strada d'Herat, che si dirige ad occidente, risuona continuamente dei colpi di martello dei calderai e dei fabbri. La strada dei vasai, dei tintori, dei fruttivendoli, è quella del sud, che termina alla porta di Scikarpur: la via della cittadella è fiancheggiata da grandi magazzini, dove si vendono le merci inglesi e russe. I trafficanti del bazar appartengono a tutte le razze dell'Asia Anteriore, ma il grosso della popolazione kandahariana è durano: in ciò l'antica capitale d'Ahmed sciah contrasta colle altre città afgane. Una miniera d'oro, il cui reddito del resto è senza importanza, si lavora a piè delle alture che si distendono a nord della pianura.
[Immagine 017-png - N. 17. - KANDAHAR].
È noto che Kandahar si trovava una volta al di qua delle "frontiere scientifiche" dell'Impero Indiano e che fu restituita dagli Inglesi all'emiro dell'Afganistan molto tempo dopo Kabul. A Kandahar doveva metter capo la ferrovia di Scikarpur, primo tronco della linea dall'India all'Asia Minore. La strada ferrata non ha ancora superato i gradini dell'altipiano, ma intanto vi salgono strade praticabili all'artiglieria, e gl'Inglesi hanno scelto come stazione militare della frontiera il borgo di Tsciaman o della "Prateria", dove sono a tre giorni appena di marcia da Kandahar.
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