Ma, mentre queste imprese sono abbandonate, un'altra strada ferrata s'avvicina alle frontiere dell'Afganistan, quella che i Russi costruiscono dalle spiaggie del mar Caspio alle oasi turcomanne del Daman-i-koh. È interessante vedere quali, fra gl'Inglesi ed i Russi, obbligati dalla forza stessa delle cose a disputarsi l'ascendente politico sui popoli dell'Iran, giungeranno primi a prendere il possesso commerciale del territorio afgano colle locomotive; l'egemonia naturalmente dovrà appartenere a quelli i quali metteranno gli abitanti dell'altipiano in comunicazione facile col resto del mondo.
È poco probabile che l'Afganistan si mantenga come uno Stato distinto, che goda una reale indipendenza: per questo bisognerebbe che le popolazioni del paese avessero un patriottismo comune e molta fede nei loro destini. Invece Afgani, Hezareh, Tagiik, Kizil-bash, Kafir sono nemici gli uni degli altri, ed anche le tribù della razza dominante non hanno coesione politica. Quasi tutte le guerre anteriori sono state considerate d'interesse generale soltanto per le tribù, i cui capi avevano da conquistare o da perdere il primo rango. Ghilzai, Kakar, Waziri, Yusuf-zai, Lohani non si tengono solidali del loro sovrano e de' suoi grandi capi barakzai; vettovagliano lo straniero, gli forniscono guide e trasporti, senza nemmeno l'idea che si possa dar loro il titolo di traditori: non hanno altra patria che lo spazio occupato dalla famiglia o dal clan. Quanto al governo centrale, gli Afgani di tutte le tribù e gli altri abitanti del Pukhtun-khwa sono abituati da oltre mezzo secolo all'idea che la vera sovranità è disputata fra Calcutta e Mosca.
| |
Afganistan Russi Caspio Daman-i-koh Inglesi Russi Iran Afganistan Stato Afgani Hezareh Tagiik Kizil-bash Kafir Kakar Waziri Yusuf-zai Lohani Afgani Pukhtun-khwa Calcutta Mosca
|