Così pure, sui confini meridionali dell'Afganistan, numerose tribù pagano le tasse soltanto per paura degl'Inglesi, i potenti alleati del loro sovrano. Le città rivali di Kabul, Kandahar, Herat fanno parte d'uno stesso Stato unicamente in virtù d'un "equilibrio asiatico" garantito temporaneamente dai due grandi Stati europei che imperano nell'Asia.
Come gli altri sovrani dei paesi orientali, l'emiro, sciah o padisciah, è un padrone assoluto, ma il suo potere non solo è limitato dallo sciariat, o "cammino dei fedeli", vale a dire dalle tradizioni religiose e civili dell'Islam, ma è sopratutto contenuto dai privilegi dei sirdar e da quelli delle tribù repubblicane; padrone assoluto dei Tagiik, capo dei Durani, protettore delle altre tribù, esso ordina, consiglia o prega, secondo la parte d'autorità, che gli hanno lasciato prendere i suoi sudditi. Certe cariche sono ereditarie nelle famiglie, ed egli non potrebbe privarne gli aventi diritto, senza offendere gravemente tutta la tribù e correre il rischio d'una insurrezione. Un gran numero di clan non riceve nè i magistrati, nè gli esattori da lui nominati, e s'amministra da sè, si tassa da sè, inviando al sovrano la parte stabilita dall'uso. Così limitato, il potere reale si trasmette, se non da padre in figlio, seguendo l'ordine di primogenitura, almeno nella stessa famiglia. Un tempo i sirdar o grandi capi designavano il sovrano; oggi il governo inglese s'è impadronito del privilegio di nomina; s'è egualmente riserbato il diritto di controllo coll'invio d'un alto dignitario, residente alla Corte di Kabul; ma ha trovato prudente di nominare un afgano, e non un inglese, a quella carica pericolosa per uno straniero.
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