È probabile che ancora per molto tempo quelle regioni si conosceranno solo sulle voci più o meno concordi degli indigeni. Così la regione, in gran parte deserta, che si stende, sopra uno spazio di circa 70,000 chilometri quadrati, a sud del fiume Hilmend, fino alle montagne di Wasciati o Koh-i-Sabz ed al Sianeh koh, è tenuta per un territorio senza valore e senza padrone: mentre Hughes ne fa una parte dell'Afganistan, una dipendenza naturale del bacino, di cui l'Hamun occupa la depressione terminale [165]. la maggior parte delle carte la rappresentano come una pertinenza del khan di Kalat. È certo che questo territorio può essere attribuito in vassallaggio all'Inghilterra, giacchè in questo paese dell'Asia sono gl'Inglesi che tracciano i confini. Già la carta ufficiale, redatta nel 1872 sulle rive stesse dell'Hilmend da Goldsmid, segna la frontiera comune della Persia, dell'Afganistan e del Balutscistan nel Koh-Malak-i-Siah o "Monte del Re Nero" ad ovest dell'Hamun, e da quella punta tira direttamente il limite balutscio fino alla grande curva dell'Hilmend, a valle di Rudbar. Così la superficie del Balutscistan eguaglierebbe la metà della Francia; ma questo vasto territorio, giusta le valutazioni più larghe, non ha nemmeno la popolazione d'una città di secondo ordine: comprendendovi la provincia di Katsci-Gandava, che appartiene etnograficamente e geograficamente all'India, il Balutscistan non ha mezzo milione d'abitanti [166].
[Immagine 019.png - N. 19. - ITINERARIO DEI PRINCIPALI ESPLORATORI DEL BALUTSCISTAN].
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