La parte più alta del khanato è quella che confina coll'Afganistan: quindi ha ricevuto dagl'indigeni il nome di Kohistan o "Paese dei Monti", che appartiene a sì gran numero di paesi nell'Asia maomettana. Forse la doppia cima del Takatu, sulla frontiera afgana, a nord di Kwatah, è il punto culminante del territorio; però è probabile che altre cime, nella giogaia dello Tscihil-Tan o dei "Quaranta Uomini", ad ovest di Kwatah, siano leggermente più alte; nel Koh-i-Muran o "Monte dei Serpenti", che sorge più a sud, fra Mastang e Kalat, alcune punte giungono, secondo Cook, all'altezza del Takatu, ossia a 3,650 metri; il Kalipat, a nord della futura linea ferroviaria, avrebbe pure la stessa altezza. Nell'insieme, tutti questi monti Brahui, che formano il baluardo orientale degli altipiani, al di sopra della pianura di Katsci-Gandava, s'allineano con una sorprendente regolarità in muri paralleli, la cui direzione è da nord-nord-est a sud-sud-ovest. Scolpite a gradini diseguali, tagliate a piramidi od irte di guglie, queste montagne calcari sono in vari punti completamente prive di vegetazione; solo qualche foresta di ginepri accompagna il suo verde pallido all'azzurro dell'aria ed ai riflessi rosei della roccia rischiarata dal sole; secondo le ore del giorno, coi loro cambiamenti d'ombra e di luce, i monti appaiono ora come un velo roseo o violetto appena visibile, ora come un vapore trasparente, ora come coni di lava in fusione d'un rosso scintillante [167]. Fra le catene parallele s'aprono alcuni bacini, un tempo pieni d'acque lacustri ed ora vuotati dai torrenti.
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