Le cime di queste montagne sono perforate da crateri, donde s'espandono lentamente i fanghi e donde a volte si slanciano getti d'acqua, che ricascano poi sui fianchi e li erodono in burroni divergenti. L'acqua mista al fango, che sfugge dai coni, è sempre salata; secondo gl'indigeni, le eruzioni avvengono soltanto all'ora delle maree; quindi i vulcani sono designati col nome di Darryat-sciam, "Occhi del Mare";172 quelli, i cui crateri sono obliterati, avrebbero cessato d'essere in comunicazione coll'Oceano. Forse le colline d'argilla frastagliate dalle pioggie, che sorgono in diverse parti del litorale, sono, esse pure, avanzi di antiche eruzioni.
Il Balutscistan è uno dei paesi più secchi dell'Asia, sebbene il monsone del sud-ovest vi giunga, ed i suoi gradini si presentino in modo da favorire l'inaffiamento delle terre; essi infatti si succedono da sud a nord, e la regione più alta si trova nell'angolo nord-orientale dell'altipiano, di guisa che tutte le nuvole della zona aerea inferiore a 2,000 metri debbono sciogliersi contro le asprezze del suolo e rovesciarsi su qualcuna delle terrazze del Balutscistan. Cadono realmente considerevoli acquazzoni durante la stagione estiva, ed uno dei passi della strada principale del khanato, a sud di Khozdar, porta il nome di "Colle Piovoso"; alcuni dei bacini chiusi, del pari che le valli comprese fra due catene parallele, durante la stagione delle pioggie diventano laghi temporanei, ma sono avvenimenti rari. Il monsone, che urta contro le coste del Balutscistan, s'è già in parte asciugato passando sui deserti dell'Arabia meridionale; porta poca umidità, insufficiente per alimentare i fiumi e dar loro un corso permanente fino al mare, insufficiente in molti luoghi anche per assicurare uno sgorgo costante alle fontane più abbondanti di acqua.
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