Gli agricoltori di razza indù, che abitano le oasi del Balutscistan, hanno, sull'esempio degli Irani, scavato dei karez od acquedotti sotterranei in alcune delle valli più fertili, ma i Balutsci propriamente detti non sanno nemmeno mantenere questi canali;173 quasi tutti i coltivatori non hanno altre risorse che le acque dei nudi o torrenti effimeri. È prudenza in paese balutscio portarsi una provvista d'acqua pura, per timore d'incontrare soltanto stagni fangosi o salati. Però l'aspetto del suolo sembra indicare che in altri tempi le acque correnti inaffiavano il paese in copia assai più grande. Traccie d'antiche inondazioni, spiaggie e letti abbandonati si veggono in valli, che attualmente sono del tutto aride; certe montagnole d'argilla, una volta bagnate da un'acqua fluviale, hanno conservato i segni dell'erosione tracciata dalla corrente, e terminano con una massa strapiombante, che sporge sopra la solcatura circolare: si direbbero funghi giganteschi [174]. Scandagli fatti nelle vicinanze del litorale hanno provato che l'acqua scorre nelle profondità del suolo [175].
I fiumi balutsci, che discendono direttamente verso il mare d'Arabia, scorrono per lo più perpendicolarmente alla costa ed hanno uno stretto bacino; anche se il paese fosse piovoso, la loro corrente sarebbe debole. Il Dasht o "fiume della Pianura", che si dirige verso il litorale, nelle vicinanze immediate della frontiera persiana, ha più acqua che gli altri fiumi costieri, perchè nel suo corso superiore segue una delle depressioni aperte fra due dei gradini paralleli alla costa, ed il suo bacino è così notevolmente ingrandito; però non giunge fino al mare per una metà dell'anno; i viaggiatori camminano sulle sabbie asciutte che sbarrano la foce.
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