A sud l'Oceano, che difendeva un tempo gli approcci del paese, eccita, invece, i tentativi dello straniero; a nord il Mar Caspio non va più a perdersi nelle solitudini sconosciute, è contornato da strade militari, da colonie civili, e linee regolarmente servite da battelli a vapore fanno comunicare i porti e le strade delle rive opposte. Così la Persia, che, duemila anni fa, nulla aveva a temere sui fianchi del nord e del sud, è precisamente minacciata da queste due parti, e dai due Stati preponderanti dell'Asia, le cui capitali sono a Londra ed a Pietroburgo. Fra i due rivali, l'Iran non ha più che un'indipendenza fittizia. Già nel 1723 i Russi s'erano impadroniti di tutta la riva occidentale del Caspio; fin dal 1828 hanno preso alla Persia le provincie della Transcaucasia, e con un trattato recente hanno modificato a loro vantaggio la frontiera, non ha guari indecisa, che limita la regione dei Turcomanni; infine, l'isoletta d'Asciur-adé, che occupano nell'angolo sud-orientale del Caspio, è un posto di sorveglianza, da cui i Cosacchi potrebbero in pochi giorni presentarsi davanti alla residenza dello sciah. Nel golfo Persico, diventato un "lago inglese", come il Caspio è un "lago russo", la supremazia incontestata appartiene ai consoli britannici; anzi una guarnigione di cipai occupa la punta di Giask, all'entrata del golfo, e la più piccola dimostrazione navale basterebbe per togliere al governo persiano il prodotto di tutte le sue dogane marittime. Per volere dell'Inghilterra, lo sciah di Persia ha dovuto rinunziare alla conquista di Herat e lasciar "rettificare" le sue frontiere nel Seistan.
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