Le montagne, che dominano coi loro fianchi boscosi il semi-cerchio meridionale delle coste del Caspio, sono generalmente indicate col nome d'Elburz, che può appartenere ad un gruppo isolato, quello che sorge a nord-ovest di Teheran: è l'antica Alborgi, la "montagna prima, da cui nacquero tutte le altre", il centro delle "sette parti simmetriche della terra, che corrispondono ai sette cieli dei pianeti ed ai sette cerchi dell'inferno", la "vetta luminosa, che tocca il cielo, la sorgente delle acque e la culla degli uomini" [205].
In realtà, tutte le cime, che sorgono fra il mare russo e l'altipiano persiano, non costituiscono una catena unica, ma frammenti distinti, connessi gli uni agli altri da giogaie secondarie. Il primo gruppo orientale è uno dei più alti: è lo Sciah kut (Sciah kuh) [206] o "monte Reale". La sua cresta frastagliata, il cui profilo seghettato contrasta colle cupole e tavole della maggior parte dei monti dell'Elburz, sorge immediatamente ad ovest dei dossi erbosi, tanto importanti dal punto di vista militare, che separano le pianure d'Astrabad e quelle di Sciahrud: là passa una delle vie storiche seguite più frequentemente fra l'Iran ed il Turan. L'altezza della soglia, al colle di Scialtscianlyan, è di 2,620 metri, e le guglie più elevate del monte Reale dominano il passo da un'altezza di 1,500 metri circa; ammassi di neve riempiono tutto l'anno le cavità settentrionali più prossime alla cima, con gran dolore dei montanari, che sono tenuti a pagare un tributo di neve al governatore d'Astrabad.
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