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      Secondo la leggenda, il Demavend o Divband, la "Dimora dei Div o Genî", ha veduto il compiersi di quasi tutti gli avvenimenti nascosti sotto il velo dei miti. Lassù, dicono i maomettani della Persia, si fermò l'arca di Noè; là vissero Giemscid e Rustem, cantati dalle epopee; là Feridun, vincitore del gigante Zohak, accese un fuoco di gioia, che forse rammenta antiche eruzioni; là dentro è chiuso il mostro ed i vapori della montagna sono il fumo delle sue narici; là parimenti è inchiodato il Prometeo persiano, Yasid ben Giigad, il cui fegato, sempre riprodotto, è divorato da un uccello gigantesco [212]. Le grotte dei vulcani sono piene di tesori, custoditi da serpenti, ma gli indigeni non vanno che per cercarvi lo zolfo contenuto nelle pareti del cratere e delle fumarole vicine. La scalata della montagna è penosa, sebbene il pendio sia dappertutto regolare e le correnti di lava e gli ammassi di cenere non siano mai tagliati da precipizî: per premunirsi contro il male di montagna, che le esalazioni del suolo contribuiscono talvolta a rendere pericoloso, quelli che ascendono hanno l'abitudine di masticare aglio o cipolla. Accade frequentemente che i cercatori di zolfo periscano nelle tormente improvvise, che sollevano ad un tempo nevi e ceneri, miste a vapori solforosi, e rendono l'aria irrespirabile. Dall'orlo del cratere, la cui cavità misura oltre 300 metri di giro, ed è piena di ghiaccio, si domina un immenso orizzonte, di più che 100,000 chilometri quadrati; ma è raro che lo spazio non sia nebbioso; attraverso il velo grigio delle polveri e dei vapori si distinguono appena, a piè della montagna, le macchie nere indicanti i giardini d'Amol, e l'azzurra distesa del Caspio, limitata dalla linea giallastra della spiaggia, curva a semicerchio.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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