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      Per effetto delle pioggie, il rilievo dei monti differisce completa-mente ai due lati delle Alpi persiane. Mentre a sud l'Elburz s'aderge in forma di terrazze regolari, debolmente intaccate dalle meteore, i dirupi del nord sono frastagliati in tutti i sensi da burroni profondi, i cui detriti si vedono distesi sul suolo della stretta pianura ridotti a ghiaje e fango: da ogni collina avanzata si scorge lungo la costa una successione di creste parallele di promontori, gli ultimi dei quali si perdono nella bruma; ognuna di quelle linee indica l'imboccatura d'una valle con i suoi valloni laterali e tutto un sistema di torrenti, di fiumi e di canali d'irrigazione. Sebbene poste a nord del 36.o grado di latitudine, le coste del Mazanderan hanno una vegetazione se non tropicale, almeno ricca quanto quella del mezzodì dell'Europa. A nord del Caspio si distendono dappertutto le steppe e i deserti, a sud si percorrono campagne italiane, dove crescono fichi, mandorli, melagrani, cedri, aranci; sulle colline crescono macchie di bosso, ed i villaggi e i castelli sono circondati di cipressi; più su, le foreste, che ricoprono i pendii fino all'altezza di 2,000 metri, somigliano a quelle dell'Europa centrale e consistono specialmente di frassini, faggi e quercie: gli Europei domiciliati a Teheran hanno semplicemente da varcare un colle dell'Elburz per credersi di nuovo nella propria patria. Le campagne coltivate della base sono fertilissime: come diceva Strabone, "il grano caduto dalle spighe basta a far nascere una nuova messe; gli alberi servono d'alveari alle api ed il miele gocciola dalle loro foglie".


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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