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      Una lingua di terra, alla quale i Russi hanno dato il nome di Potemkin, separa il golfo dall'alto mare; essa si restringe a poco a poco da ovest ad est e termina con due isole, la più grande delle quali, Asciur-adé, è stata scelta per stazione navale dal Governo russo: macchie popolate di selvaggina occupano quasi tutto il cordone litorale. Il golfo d'Astrabad offre nell'insieme del suo contorno l'aspetto d'un territorio inondato più che quello d'una baia di formazione primitiva: pare che l'antica spiaggia sia stata rotta e le campagne poste al di là di essa siano state sommerse dalle acque invadenti. I fenomeni d'immersione, che sono stati constatati in certi punti del litorale caspico, segnatamente a Baku, e vicinissimo ad Asciur-adé, alla "Montagnola d'Argento" o Gumisc-tepe, rendono probabilissima questa invasione del mare nel golfo di Astrabad. Del resto, si osservano egualmente traccie di depressione delle acque del Caspio in parecchi punti della spiaggia, sulla costa del Mazanderan; movimenti in senso opposto si sono prodotti continuamente nel livello marittimo. A diverse altezze sopra la presente spiaggia si seguono coll'occhio le linee tracciate dall'urto delle onde all'epoca in cui il mare interno giungeva forse ancora al Ponto Eusino. Alcune fra queste rive abbandonate sono orlate di tronchi d'alberi, che i flutti avevano mezzo sepolti nel fango; sono di specie identica a quelli delle foreste vicine, che i torrenti fluitano verso il mare e che si vedono, dopo le forti piene, galleggiare in quantità lungo le coste.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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