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      La vasta regione di forma triangolare, racchiusa fra le montagne della Persia, è tutta un vasto deserto, - argilla, sabbia, rupi o sale, - sparso di rare oasi. Per farsi un'idea vera delle regioni più abitate del Khorassan, bisogna immaginarsi, dice Mac Gregor, "un piccolo circolo verde intorno ad ogni villaggio indicato sulla carta e coprire tutto il resto d'una tinta bruna" [239]. Gli spazî deserti, chiusi su ogni lato da montagne, furono certamente un mare interno, all'epoca in cui fumavano ancora i vulcani, che sorgono a nord della pianura. Gli strati regolari osservati da De Filippi sulle rive dell'Ahvar, a sud-est di Sultanieh, provano che il lavoro d'interrimento s'è fatto in un'epoca relativamente recente. Là strati di ciottoli, sabbia, argilla, rivestiti di terra vegetale, sono sovrapposti a banchi di detriti, nei quali si rinvengono avanzi dell'industria umana, ossa tagliate, stoviglie, frammenti di carbone vegetale; sopra uno spazio di oltre 70 chilometri di lunghezza si può osservare questa distribuzione degli strati, prova che non si tratta d'un rimaneggiamento d'origine recente. Così il suolo presente di questa regione della cavità iranica non esisteva ancora, quando l'uomo, le cui stoviglie sono state trasportate nella pianura dalle acque correnti, viveva già sui fianchi dei monti circostanti [240]. Le macerie delle montagne circostanti, probabilmente in un'epoca nevosa contemporanea all'epoca glaciale delle Alpi, hanno colmato interamente il Mediterraneo persiano.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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