Mentre i due grandi bacini marittimi, da cui vengono le pioggie, da una parte l'oceano Indiano, dall'altra il Mediterraneo, sono situati a sud-ovest e ad ovest., le correnti aeree, che lottano fra loro e si succedono sul territorio persiano, sono il vento di sud-est, che passa sull'Africa e sull'Arabia, ed il vento di nord-est che deve attraversare il continente per quasi tutto il suo diametro, dalla Siberia polare alle steppe del Turkestan: è il temuto vento dei "centoventi giorni", che soffia in certe parti della Persia, segnatamente nel Seistan, con tale violenza, che gli alberi non possono mettere radice nel suolo: [252] da questo paese ventoso pare ci sia venuta l'invenzione dei mulini a vento [253]. Subito dopo la raccolta, si adattano delle ali di giunco e foglie di palma all'estremità d'un cilindro nell'interno d'una torre, aperta dalla parte di nord-est, dove si ingolfa il vento; sotto l'impulso continuo dell'aria, il cilindro gira e con esso la macina alla sua base.
Attraversata dai venti egualmente prosciuganti, che vengono dall'equatore o dal polo, l'aria che giace sopra gli altipiani iranici è d'un'estrema siccità; nel deserto di Lut, Khanîkov constatò che l'umidità relativa dell'aria era solamente 11,2 per cento: è il più forte grado di siccità, che sia stato riconosciuto finora alla superficie della terra; a Kirman, in mezzo ai campi coltivati, essa varia ancora da 16 a 20 centesimi. Nell'estate e nell'autunno l'aria è talmente asciutta, anche nella Persia occidentale, che oggetti di metallo abbandonati sulle terrazze al freddo della notte restano brillanti per mesi interi.
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