Durante le marcie notturne si vedono a volte i cavalli far scaturire scintille, agitando la coda. Alla mancanza di vapori nell'atmosfera bisogna appunto attribuire le oscillazioni estreme di temperatura fra il giorno e la notte. Nel mese di luglio si è veduto il termometro segnare 13 gradi prima dello spuntare dell'alba e salire a 62 gradi al sole alle otto della mattina [254]. Qualche volta l'aria s'oscura di "nebbie secche", durante le quali non si depone nè polviscolo nè rugiada; i piccoli turbini di polvere sono quasi giornalieri; si vedono sorgere fra le nove e le undici antimeridiane, a seconda del calore solare, e crescono gradatamente di numero e di volume fino alle due pomeridiane. Talvolta si formano anche grandi nuvole di polvere, che chiudono l'orizzonte come titaniche mura. Il calore estivo è spesso tanto forte quanto nel Sahara d'Africa; presso Mesced, provviste di stearina e solfato di sodio furono liquefatte dal calore dell'aria: il che suppone una temperatura di 65°,5 nell'interno delle casse, in cui erano chiuse. Khanîkov attribuisce all'ardente focolare del deserto di Lut la flessione verso il sud delle linee intermedie di tutta la Persia settentrionale. Mentre nel Turkestan russo queste linee sono molto spaziate, esse si pigiano, per così dire, a sud delle montagne marginali del Khorassan, cui rasenta la curva isotermica di 12 gradi; l'azione calorifica della depressione del Lut si farebbe sentire fin nel Mazanderan, dove la vegetazione, in confronto a quella delle altre spiaggie del Caspio, ha quasi il carattere tropicale.
| |
Sahara Africa Mesced Lut Persia Turkestan Khorassan Lut Mazanderan Caspio
|