Gli occhi, quasi sempre bruni, fuori che nel Fars, sono grandi e ben tagliati; le sopracciglia, perfettamente arcuate, si ricongiungono talvolta sopra il naso, e nelle donne il pennello aiuta la natura per unire i due archi; le ciglia sono lunghe e ricurve; il naso, leggermente aquilino, sta sopra una bocca colle labbra non prominenti nè sottili; il mento, di rado troppo largo, sparisce nell'uomo sotto una barba abbondante, serica, ondulata. Non v'ha paese, nel quale le scuole presentino uno spettacolo più attraente che in Persia: si vedono deliziosamente i fanciulli dai ricci neri, accosciati sulle stuoie, e che seguono i gesti dell'istitutore coi loro grandi occhi bruni e col giuoco della loro mobile fisonomia.
Per la forma del cranio, gli Irani stanno in mezzo fra i Semiti e gli Afgani. Ma se si prendono per tipi dei veri Persiani i Guebri di Yezd, dei quali Khanîkov ha riportato cinque crani, studiati da De Baer, la scatola ossea degl'Irani si distingue per una capacità notevole; con una dolicocefalia spinta [277]. essa è meno alta che nei Semiti, ma più che nei Turanici; la parte superiore del cranio è appiattita. Il bassorilievo di Darabgherd, che rappresenta il trionfo di Sapore su Valeriano, nel 260 dell'êra volgare, raffigura Persiani e Romani: da quelli, che hanno la testa nuda, si può constatare che i crani dei Persiani erano allora, come oggi, relativamente lunghi, poco alti e superiormente piatti [278]. In generale, gl'Irani hanno il pomo d'Adamo appena sporgente, le ossa più sottili di quello che la maggioranza degli Europei, e gli attacchi d'una gran finezza.
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