Così il paese è ancora diviso fra due razze [288]. discendenti dalle antiche con maggiore o minore mistura di sangue, e probabilmente la distribuzione storica è cambiata di poco. Il gruppo dei Turchi e dei Turcomanni, che viene immediatamente dopo gl'Iranici per ordine d'importanza numerica, rappresenta la razza conquistatrice; ma, come i Mansciù in Cina, subisce l'influenza della razza conquistata. I Turchi, è vero, dispongono ufficialmente del potere, e l'esercito si recluta quasi interamente nelle loro file; ma i Persiani lavorano con maggior intelligenza: si sono impadroniti dell'industria manifatturiera, dirigono gli affari, costituiscono, in una parola, la parte civile della nazione. Paragonati cogl'Irani, i Turco-Tartari della Persia hanno il cranio meno allungato, la faccia meno ovale, i lineamenti meno espressivi, gli occhi meno grandi, il naso più grosso, la mascella più larga e solida. In generale, sono di statura più elevata e di muscolatura più forte; accanto ai Persiani, appaiono pesanti e goffi. Sono anche meno astuti e spesso lasciano ritornare nelle mani del persiano quello che prima gli avevano tolto colla forza. Del resto, essi disprezzano gli antichi padroni del paese, e, nei distretti puramente persiani, obbedirebbero con troppa facilità alle parole dei capi, che ordinassero loro di mettere le città a fuoco e fiamme. Ma, a dispetto della comune origine, questi Turchi della Persia hanno pure combattuto sempre gli Osmanli con un estremo accanimento; l'odio di sêtta li allontana dagli Anatoli, molto più che la differenza di razza non li separi dai concittadini persiani, sciiti come loro.
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