La Persia non è entrata nel circolo d'attrazione dell'Europa, come l'Egitto e l'Asia Minore; tuttavia le condizioni del clima e del suolo, del pari che gli avvenimenti politici, permettono d'affermare che in un avvenire prossimo gl'immigranti russi o d'altre nazionalità soggette allo czar non mancheranno nelle città del Mazanderan, del Ghilan e dell'Azerbeigian, ma la loro azione diretta sulla civiltà del paese tarderà molto a farsi sentire. La razza iranica, forte del suo passato di civiltà, è una delle più tenaci che esistano, e gli Europei, invece di mutare le popolazioni colle quali vengono in contatto, si trasformano, essi stessi, quasi tutti in Asiatici. Così, in altri tempi, le piccole colonie greche dell'Asia Centrale si fusero coi popoli circostanti [302].
      [Immagine 033.png - N. 33. - YEZD E DINTORNI.]L'antica religione di Zoroastro è praticata soltanto da un piccolo numero di Persiani, e sotto una forma differentissima da quella che doveva prevalere nei tempi in cui furono proclamate le dottrine dello Zend-Avesta. Si sa che i Parsi o Zardushti hanno le loro principali comunità fuori dell'Iran, a Bombay e nelle città vicine: nella Persia stessa sono un po' più di 8,000 e non si presentano in gruppi compatti se non nel distretto di Yezd o Yezdan, vale a dire la "Città della Luce" [303]. Ancora nel decimo secolo, all'epoca del viaggio d'Ibn Haukal, ogni villaggio aveva il suo tempio, i suoi preti, il suo libro santo; [304] ma da quell'epoca, gli "altari del fuoco", e retti un tempo sulla cima delle colline, sono stati tutti distrutti, ad eccezione di quello di Taft, nelle vicinanze di Yezd; i preti non osano più accendervi la fiamma sacra, composta di dodici fuochi distinti, il primo dei quali è stato acceso direttamente dal sole per mezzo d'una lente; [305] gli altari di Yezd sono semplici scaldatoi nascosti nel fondo di neri casolari.