Ad una piccola distanza a sud sorgono le montagne di sale di Kafir-kalah - "Castello degl'Infedeli" - dove si provvedono i mercanti di Mesced e di tutto il paese circostante. A nord-ovest del colle di Scerifabad, un altro passo, quello di Dehrud, mette in comunicazione la pianura di Mesced con quella di Nisciapur. La scalata è difficile e qualche volta impossibile per le bestie da soma, a causa delle nevi che ricoprono il sentiero durante l'inverno; ma da quelle alture, che probabilmente raggiungono i 3,000 metri, [331] si discende a sud-ovest in una delle regioni più fertili e pittoresche dell'Iran: i villaggi sono come perduti in mezzo agli alberi da frutto, in tutte le vallette mormorano ruscelli, fra i crepacci delle rupi brillano cascate, e la strada serpeggia sui prati fioriti; il viaggiatore, abituato alle dune, alle distese sabbiose, alle rocce, ai fanghi, alle argille ed ai bacini salini dei sahara e dei kewir, si domanda con istupore se è proprio in quella Persia orientale, nella quale la vegetazione si mostra in così rare oasi attorno le città [332]. La capitale di questa regione, Nisciapur (N çabur, Nisciaur), uno dei "paradisi" iranici, la Niçaya o Nisaea benedetta da Ormuzd, uno dei luoghi misteriosi, in cui la leggenda greca fa nascere Dionysos, avrebbe certamente offerto più vantaggi di Mesced, come metropoli dell'Iran orientale. Ibn Haukal la menziona, con Herat, Merv, Balkh, come una delle quattro capitali del Khorassan: Ibn Batuta la chiama una "piccola Damasco". Yacut, che aveva percorso in tutti i sensi il mondo maomettano, dice di non aver veduto una città "che possa esserle paragonata". Prima dell'invasione dell'Iran fatta dai Mongoli, Nisciapur era "la città più fiorente, più ricca e più popolosa della terra, e le carovane si davano convegno in questo vestibolo dell'Oriente" [333]. La rovina di Nisciapur fu "la più grande sciagura che avesse mai colpito l'Islam". Oggi, questa "città regale del Khorassan", è una città affatto decaduta, malgrado la fertilità delle campagne circostanti, che danno eccellenti frutti, cereali, cotone ed altre derrate.