Per quanto lontano si rimonta nella storia, si contempla questo flusso e riflusso fra le nazioni, e al di là del secolo d'Alessandro, al di là del regno di Ciro, le leggende parlano sempre di guerrieri che passano e ripassano su quella via degli eccidi. Oggi un nuovo elemento è venuto ad aggiungersi a quelli che erano in lotta: la Russia, conquistatrice di tutta l'Asia settentrionale, s'è sostituita alle popolazioni turaniche come vicina degli Irani, e la città d'Astrabad è situata nel punto di contatto fra i due Stati.
La tribù turca dei Kagiar, alla quale apparteneva la famiglia che regna adesso nella Persia, domina nella pianura d'Astrabad; l'antico palazzo del khan, situato nel centro della città, ne è ancora il più bell'edifizio, e serve di residenza ai personaggi principali dell'amministrazione. La città è un gruppo di casupole dentro una cinta di circa 5 chilometri, ma la rnuraglia è rotta da breccie numerose, ed i cinghiali albergano a famiglie nelle macchie dei terreni abbandonati; gli sciacalli poi percorrono le strade durante la notte, divorando le carogne ed unendo i loro gridi agli urli dei cani. Astrabad ha una scarsa industria; fabbrica saponi all'olio di sesamo e specialmente tappeti di feltro, nei quali si mescolano il pelo di camello, il pelo di capra e la lana di pecora, pestati ed impastati su stuoje di canne e che sono quasi inservibili [342]. Le campagne circostanti, inaffiate dal Kara su e più a nord dal Gurgen, producono abbondanti derrate, e nei giardini si raccolgono mandarini e melagrani squisiti.
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