Del resto, la strada non segue il corso del fiume, ma sale con brusche anse sulle alture che dominano la chiusa ad occidente e da cui si scorgono al basso le gole profonde, dove spumeggiano le acque. La città di Rudbar, chiamata spesso "Rudbar delle Olive", si prolunga, sopra uno spazio di 5 chilometri almeno, in una pianura piena d'olivi e d'altri alberi fruttiferi; le olive, - frutto che non si trova in nessuna altra parte della Persia, - sono adoperate specialmente per fabbricare saponi [351]. A monte, il ponte di Mengihil, costruito a poca distanza sotto il confluente dello Sciah rud e del Kizil uzen, che formano il "fiume Bianco", è preso come limite fra le due provincie del Ghilan e dell'Irak-Agiemi. Questo ponte, le cui nove pile sono cave all'interno, per modo da poter servire da caravanserragli, è considerato dagli indigeni come una meraviglia d'architettura: è il famoso ponte, che non si osa attraversare quando soffiano i venti della mattina e della sera.
Sciahrud "Fiume Reale", è il nome della città che sorveglia a sud lo sbocco delle strade dell'Elburz, le quali discendono dall'altra parte delle montagne nella pianura d'Astrabad. Questa posizione le assicura una certa importanza commerciale e le carovane vi portano il riso ed altre derrate del Mazanderan. Una volta, l'animazione della città proveniva dal fatto che i pellegrini di Mesced erano obbligati a riunirsi per formare comitive capaci di resistere ai Turcomanni: fino a questa tappa, situata a metà strada fra Teheran e la città santa, essi potevano viaggiare in gruppi poco numerosi, ma più in là una piccola carovana sarebbe stata troppo in pericolo.
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