Pagina (280/1124)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il più superbo monumento, la cittadella, massa quadrata di 25 metri d'altezza, pare ancora intatta, ma da vicino si vede che il suo coronamento è caduto, che il muro è tutto a spaccature ed i fossati sono colmi di macerie; nei fossati della cittadella fu massacrato il Bab nell'anno 1848. La moschea "azzurra", un tempo una meraviglia, che, con tanti edifizi religiosi, valse alla città il nome di "Cupole dell'Islam", crollò nel 1780: non ne restano che colonne ed i frammenti d'un portone, utilizzati dai vicini come una cava per la costruzione delle loro casupole. I mosaici di majolica, rappresentanti ghirlande di fiori, sono messi insieme con tal precisione che non se ne vedono le giunture [362].
      L'importanza commerciale di Tabriz e specialmente la vicinanza della Russia hanno fatto scegliere la capitale dell'Azerbeigian come residenza del principe ereditario. Posta presso l'angolo nord-occidentale dell'impero, non lontano dai confini della Transcaucasia russa e della Turchia, Tabriz è lo scalo necessario delle merci: quindi si è rialzata dopo ogni disastro. Tutta una colonia di negozianti stranieri, nella quale dominano gli Armeni, ma gli occidentali sono egualmente rappresentati, vi si è stabilita; nel 1832 il movimento totale degli affari fra Tabriz e l'estero era valutato da Fraser a 25 milioni di lire. Il bazar, una città nella città, è pieno di stoffe russe, inglesi ed altri prodotti delle manifatture europee. Le derrate del bacino d'Urmiah, circondato d'un anfiteatro di montagne, non trovano mercato propizio fuori di questa città posta sulla strada internazionale.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





Bab Islam Tabriz Russia Azerbeigian Transcaucasia Turchia Tabriz Armeni Tabriz Fraser Urmiah