Sebbene freddissimo d'inverno, il paese ha tutte le colture della zona temperata, ed alcuni de' suoi frutti, special-mente le mandorle e le albicocche, sono assai pregiati. Nell'estate, tutti gli abitanti agiati vanno a riposarsi nei villaggi ombrosi del Sehend, sulla riva delle acque minerali, che scaturiscono in abbondanza dalle rocce vulcaniche. I bagni di Lala, presso il prospero borgo di Sirdarud, sono frequentatissimi. Ivi presso è la valle che forma uno dei tre "paradisi" dell'Iran cantati dai poeti [363].
Le altre città dell'Azerbeigian sono del pari circondate di giardini e di orti. A nord-est di Tabriz, in una valle tributaria dell'Arasse, la città d'Ahar possiede ricchissime miniere di ferro. Ardebil, essa pure nel bacino dell'Arasse, presso l'angolo nord-occidentale del territorio, allo sbocco dei valichi principali, che attraversano le montagne di Talish verso il mar Caspio, ha nei dintorni ricchi giacimenti di rame, ed il suo bazar è largamente provveduto di merci russe. La grande moschea, che copriva la tomba dello sceicco Sefi, possedeva una preziosa biblioteca, e fu portata da Paskievitch a Pietroburgo, ma vi si vede ancora, in cattivo stato, una collezione di porcellane cinesi e persiane [364]. Marand, posta a nord, sulla gran strada della Russia, in mezzo ad accampamenti d'Iliati Yekenlu, è un'antica città dove musulmani ed Armeni mostrano la tomba della moglie di Noè. Marand è nascosta da filari di pioppi e da orti lussureggianti; così pure Khoi, città che giace ad ovest presso il confine turco, in un altipiano uniforme di circa sessanta chilometri di periferia, è perduta in una vera foresta: non si riconosce la città, se non dopo aver superato le sue fortificazioni regolari, erette al principio del secolo dal generale Gradanne.
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