L'antica strada da Ninive a Raghès passava per la città sacra; essa varca la gran catena della frontiera per un colle altissimo, dove nessun viaggiatore s'avventura d'inverno. La soglia è indicata da un "pilastro azzurro" - donde il nome di Kali scin dato al passo - portante un'iscrizione cuneiforme; sopra una catena più bassa, posta già sul territorio turco, è un'altra "pietra scritta" che i Kurdi tengono in conto d'un talismano, quasi un mago, giacchè l'invocano come un essere vivente. Schulz prese una copia delle iscrizioni, ma fu assassinato, ed il suo giornale di viaggio non è stato ritrovato; Rawlinson, respinto da una tormenta di neve, potè appena vedere i pilastri e dovette salvarsi colla fuga. La borgata più popolosa, sul versante iranico del colle, è Sugi bulak o "Fontana fredda", la capitale dei Mikri, tribù kurda, che ha abbandonato quasi interamente le sue abitudini nomadi. Nelle vicinanze Monteith ha scoperto l'altare del Fuoco meglio conservato dell'Atropatene; è sostenuto da otto colonne tagliate nella roccia [370].
A sud dell'Azerbeigian e del bacino, le cui acque si versano per il Kizil uzen nel mar Caspio, i ruscelli, che nascono ad oriente della catena esterna si versano nel deserto prima d'aver potuto formare una corrente comune; l'antica ramificazione fluviale è indicata soltanto da paludi e campi di sale. A nord del deserto, Teheran, Kasvin, Sultanieh ed a sud Hamadan, Kum, Kascian, appartengono alla stessa regione idrografica, benchè oggi separate da sabbie ed argille dure.
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