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      L'industria d'Ispahan era senza rivale nel resto dell'Iran, e dagli edifizi, che datano da quell'epoca, si può giudicare a quale conoscenza dei processi industriali ed a quale sicurezza di gusto erano giunti i suoi artisti.
      La presa d'Ispahan per parte delle bande afgane, poi le guerre che desolarono il paese, e lo spostamento della capitale, che seguì allo stabilirsi della dinastia kagiara, rovinarono completamente la città, ed in seguito la fame ha interrotto parecchie volte l'opera lenta della restaurazione. Tuttavia il bazar è sempre animatissimo, e numerosi telai tessono ancora stoffe di cotone e di seta e fabbricano tappeti. La ricca corporazione dei pittori non ha troppo degenerato, dall'epoca in cui migliaia di artisti decorarono i palazzi d'Abbas. Questi, malgrado il loro stato di rovina e d'abbandono, sono nondimeno i più notevoli della Persia: in questi padiglioni, nei collegi, nelle moschee, che circondano la gran piazza o maidan, lo stile iranico mostra tutta la sua potenza e la sua originalità, ha saputo meglio utilizzare gli elementi stranieri d'architettura, fino ai tetti cinesi, per combinarli in un armonico insieme; [375] vi si vedono anche grandi affreschi murali, che piacciono pel colorito, senza troppo urtare per il disegno e la composizione. Tuttavia l'arte ispaniana moderna è meno pura e ad un tempo meno elegante e meno nobile di quella dell'epoca selgiusida e mongola, dal secolo decimoprimo al decimoterzo [376]. I giardini sono stati generalmente trasformati in campi od in orti, e le acque correnti, un tempo distribuite in fontane, in getti d'acqua, in cascatelle, sono imprigionate in acquedotti, in mezzo alle piante di tabacco o di legumi; ma alcuni dei viali sussistono, più belli anzi d'una volta, grazie al tempo ed all'abbandono.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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