Malgrado il suo isolamento in mezzo all'altipiano, non lontano dal centro geometrico della Persia, Yezd è una delle città prospere dell'Iran; essa ha filande, tessiture, tintorie, fabbriche di zucchero candito. Per l'industria delle sete, può dirsi la "Manchester persiana": le sue manifatture sono numerose ed alcune sono fornite di parecchie diecine di telai. I bozzoli prodotti nell'oasi circostante, non bastano ad alimentare le trecento fabbriche, i mercanti importano sete gregge dal Ghilan, dal Khorassan, anche da Herat; l'esportazione delle stoffe si fa fuori della Persia fino alla Mecca e ad altre città d'Arabia per la via di Mascate. Yezd mantiene anche relazione indiretta colla Cina, mercè la spedizione di casse d'oppio, ogni anno più numerose. Gl'intermediari quasi unici sono i membri della comunità guebra, la sola importante, che esista ancora in Persia: non è molto la concorrenza dei musulmani vietava loro le manifatture ed il traffico; gli adoratori del Fuoco si davano quasi esclusivamente al giardinaggio ed alla coltivazione del cotone, sopratutto della specie, la cui fibra bruna serve a tessere i vestiti, che per i Guebri è obbligatorio portare. Pochi anni dopo avere ricevuto il diritto di trafficare, essi conquistarono il monopolio degli scambi: uno di questi negozianti parsi possiede più di mille cammelli [392]. La popolazione locale si compone in gran parte di seid, che si pretendono discendenti del Profeta: la presenza d'un elemento religioso differente ha naturalmente sovraccitato il loro fanatismo.
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