La città è stata soprannominata "Città dell'Adorazione", e gli abitanti, altamente superbi di questo epiteto, cercano di giustificarlo con una estrema intolleranza [393]. Ancora recentemente, l'omicidio d'un guebro non era punito. Una ventina di chilometri a sud-ovest, il grosso borgo di Taft, dove i Guebri hanno conservato più a lungo il privilegio di poter accendere pubblicamente il fuoco sacro, ha conservato qualche industria, specialmente per la fabbrica dei feltri. Una caverna vicina, le cui gallerie si prolungano per leghe e leghe nell'interno della montagna, racchiude ricchissime miniere di piombo, e giacimenti di turchesi [394].
Seguendo, a sud-est di Yezd, la grande strada delle carovane, che serpeggia sulla pianura argillosa fra le due catene di montagne parallele, non si vedono per più di 200 chilometri, che caravanserragli isolati ed alcune case diroccate: egli è con sorpresa che il viaggiatore scopre, dopo questa lunga marcia nel deserto, una vera città, Bahramabad, circondata di campi di papaveri, alternati con giardini e piantagioni di cotone. Grazie alla convergenza di parecchie strade, Bahramabad prospera e, da piccolo villaggio che era recentemente, è diventata centro di popolazione. Alcuni Parsi ed anche Baniah indù vi hanno fondato potenti case di commercio. A nord, sul versante settentrionale delle montagne del Nugat, presso Baghabad, si scavano ricchissime miniere di piombo.
Kirman o Kerman, capitale d'una delle grandi provincie della Persia, ha conservato il nome dei Carmani o Germani, di cui parlano gli antichi, ma, come Yezd, ha cambiato di posto: gli avanzi d'una vasta città, in mezzo alla quale non sorge alcuna torre o moschea, si stendono a sud della città attuale; ad ovest si vedono parimenti mucchi di rovine; infine a nord, il sobborgo dei guebri è stato quasi interamente demolito alla fine del secolo scorso.
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