L'influenza greca nel monumento di Kongaver non è meno visibile che in quello di Persepoli. In mezzo alla pianura sorge un monticello isolato, forse d'origine artificiale, che ha rovine, le quali si crede appartenessero ad un tempio del Sole, dove le offerte e le preghiere si alternavano con quelle, che sull'altra collina s'elevavano verso l'Artemide lunare.
[Immagine 043.png - N. 43. - KERMANSCIAH].
A valle di Kongaver le acque discese dall'Elvend s'uniscono al Gamas o Gamas-ab, disceso dalle valli, dove giace Nehavend, la "città di Noè", celebre negli annali dell'Islam per la "vittoria delle vittorie", che l'esercito del califfo Omar riportò su Yezdigerd, l'ultimo sovrano della dinastia nazionale; i pascoli dei monti circostanti, dove lo sciah mantiene una parte della sua cavalleria, sono riputati i migliori dell'Iran. A valle della congiunzione dei torrenti, il fiume entra in una chiusa, d'aspetto formidabile, dove le pareti sovrapposte alle pareti non lasciano penetrare più che una fievole luce. Un'altra montagna, irta di punte, termina la forra a nord di Gamas-ab, il Bisutun, a piè del quale si rannicchia il villaggio, diventato famoso nella storia dell'archeologia. Nessun monumento fu più importante delle sue iscrizioni per ajutare a decifrare le scritture cuneiformi ed aprire una larga prospettiva verso i tempi dimenticati: a Bisutun, grazie si può dire, ai lavori di Grotefend e di Burnouf, s'è compiuta per lo studio della storia antica la più grande rivoluzione del secolo, analoga al rinnovamento che nelle ricerche religiose e filologiche s'è prodotto colla scoperta del sanscrito e dello zendo [417].
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