Gli stessi dirupi, che portano le iscrizioni di Bisutun, continuano ad ovest, e prendono a nord-est di Kermansciah il nome di Tak-i-Bostan, "Volta dei Giardini", che ricorda i giardini pensili attribuiti alla sovrana leggendaria. Immediatamente al disopra della pianura fiorita, e presso una fontana abbondante, che si slancia dalla roccia calcare, due sale sono state tagliate nella rupe, all'epoca dei Sassanidi, come attestano lo stile delle sculture e le iscrizioni pehlvi decifrate da Silvestro di Sacy. La piccola grotta data dal quarto secolo dell'êra volgare; la grande, che è molto più ornata, sarebbe stata tagliata, od almeno vi sarebbero state aggiunte le scolture, due o tre secoli più tardi, alla vigilia della conquista araba. Le scene di caccia, che decorano le muraglie, sono rappresentate con un vigore ed una purezza di disegno, di cui gli altri monumenti della Persia non offrono alcun esempio: evidentemente sono dovute agli artisti greci, che vivevano alla Corte sassanida [419]. Kermansciah, situata nella pianura fertile, ad alcuni chilometri da Tak-i-Bostan, era una piccola città alla fine del secolo scorso: in principio del secolo diventò una delle prime della Persia, come capitale delle provincie del Kurdistan, delle quali Ali-mirza, figlio dello sciah Fath-Ali, aveva fatto un vero regno: ufficiali di tutte le nazioni, fra i quali l'illustre Rawlinson, uno di quelli che hanno meglio studiato la geografia e la storia di tutta questa regione, vissero allora a Kermansciah e vi fondarono arsenali e fabbriche d'armi: vi accorrevano artigiani dalla Persia, dalla Turchia e dell'Armenistan.
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