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      La posizione geografica dell'antica capitale è delle più felici: in questo punto il fiume Dizful, affluente del Karun, s'avvicina alla Kerkha; le due correnti, sviluppando i loro meandri, nel venirsi incontro, non sono più che a una distanza di 15 chilometri, e la pianura che le separa, è abbastanza unita, anzi vi si poterono scavare numerosi canali d'irrigazione derivanti dai due fiumi; inoltre un canale naturale di scolo, lo Sciahpur o Sciahwer, tanto largo e profondo da sostenere le imbarcazioni di commercio, s'è formato a monte di Susa e discende a sud-est verso il fiume Karun: la pianura di Susa è dunque una piccola Mesopotamia, il suolo è fecondo tanto quanto quello delle rive dell'Eufrate; in primavera i cavalli possono appena attraversare l'erba folta, che ricopre le campagne inaffiate dallo Sciahpur. Le rovine o meglio i rialzi erbosi, che fanno riconoscere il luogo dell'antica città, occupano uno spazio di 10 a 12 chilometri di periferia e sono dominati da una piattaforma quadrata con un chilometro circa di lato, che una volta portava la cittadella; una montagnola artificiale, alta 50 metri, che aderge i suoi fianchi dirupati a nord-ovest della terrazza, indica il luogo in cui sorgevano le più solide mura dell'acropoli. Non sussiste alcun avanzo prezioso della capitale un dì tanto fastosa: qualche capitello sparso, fusti di colonna, pietre scolpite, ecco tutto; ma si è potuto riconoscere il piano del gran palazzo cominciato da Dario e terminato da Artaserse Mennone: rassomigliava al "Trono di Giemscid" a Persepoli.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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