Oltre il frumento, il riso ed una specie di miglio, che si adopera per le qualità inferiori di pane, non si raccoglie altro cereale che l'orzo, riserbato per l'alimentazione dei cavalli; in nessun luogo si coltiva l'avena [434]. Tutti i legumi d'Europa sono noti ai Persiani, ed alcune specie, segnatamente le melanzane, le cipolle, i cetriuoli, di cui si fa un consumo prodigioso, valgono più di quelli dei giardini dell'Occidente. I frutti costituiscono pure una delle grandi ricchezze dell'Iran; i meloni e le angurie sono squisite. La vite, che si coltiva nelle valli di 600 a 1,500 metri d'altezza, dà uve assai pregiate, anche all'estero, nell'India ed in Russia, dove se ne spedisce di secca sotto il nome di kishmich. Nelle regioni del nord bisogna seppellire il tralcio per difenderlo dal freddo; in quelle del sud si seppellisce per difenderlo dal caldo; infine in certi distretti del Khorassan non si può farlo crescere se non riparato da alte muraglie, che lo difendano dai venti polari [435]. Le albicocche ed altri frutti secchi o canditi vengono pure spediti in Russia, ed ogni anno cresce la loro importanza commerciale. Gli alberi fruttiferi dell'Europa temperata del nord, meli, peri, ciliegi e prugni, crescono nelle regioni basse dell'altipiano accanto ai peschi ed agli albicocchi, ma i loro frutti sono poco saporiti; soltanto nelle montagne, dove gli alberi, sottoposti ai freddi dell'inverno, maturano lentamente i loro frutti, questi possono essere paragonati alle buone varietà occidentali.
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