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      Il narcotico, la cui coltura è aumentata di più negli ultimi anni, è il papavero, di cui gl'Iranici hanno insegnato l'uso ai Cinesi [437]. L'oppio di Yezd e d'Ispahan fa una concorrenza sempre più temibile a quello dell'India sui mercati della Cina; quasi tutti i Persiani hanno l'abitudine di prendere una pillola al giorno; ne danno anche ai loro cavalli; ma è assai raro che l'uso di questa droga vada sino all'abuso, come accade frequentemente per l'hascisc del canape: "Il povero, che ne prende anche solo il valore d'una dramma, leva la testa superba al disopra degli emiri". Mentre i campi di papavero si estendono, le piantagioni di canna da zucchero diminuiscono [438]. Non si vedono più sulle rive del Karun e dei fiumi del Farsistan le foreste di canne, che circondavano Ahwaz, Sciapur ed altre città; la Persia, dove medici arabi inventarono nel decimo secolo, secondo ogni probabilità, l'arte di raffinare lo zucchero,[439] domanda attualmente questa derrata ai Marsigliesi ed ai mercanti olandesi di Giava.
      Le popolazioni nomadi sono in proporzione più numerose che prima della conversione dell'Iran all'islam. Il solo fatto della conquista araba introdusse nel paese potenti tribù le quali conservarono sull'altipiano i costumi erranti, che avevano nella pianura, nei confini del deserto. Poi le guerre intestine, l'indebolimento delle comunità civili, lo spopolamento delle città attirarono altri stranieri, Turchi e Turcomanni, Kurdi e Balutsci, ed il territorio occupato da questi nomadi, ad un tempo pastori e briganti, s'accrebbe a spese dei coltivatori.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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