Però si trovano in ogni città ed in molti villaggi i rudimenti d'una giustizia e nello stesso tempo d'una rappresentanza popolare. Tutti i mercanti si riuniscono per eleggere il loro sindaco, incaricato di conciliare gl'interessi e di difendere la comunità davanti a giudici e governatori, ma tenuto inoltre responsabile di qualunque disordine possa aver luogo nel suo dominio. In caso di danni, tocca a lui rifondere; così la polizia, grazie ad una sorveglianza interessata, è in Persia molto migliore che nella Turchia asiatica;[459] la gente dei villaggi non è armata, e raramente le discussioni degenerano in risse. Le popolazioni nomadi hanno un'organizzazione distinta, ma, come le provincie, formano gruppi strettamente monarchici. Il capo di tribù, o l'ilkhani, dipende direttamente dallo sciah o dall'hakim, e prendendo pure il titolo di "colonna dello Stato", è il solo padrone e signore della popolazione, di cui garantisce l'obbedienza.
L'esercito si compone principalmente di Turchi e Turcomanni reclutati nelle provincie del nord-ovest, dove gl'istinti guerreschi sono molto più sviluppati che nei paesi abitati dai Persiani propriamente detti; i capi kashkai, gli ilkhani bakhtyari, gli sceikh dell'Arabistan forniscono bande di cavalieri temuti. Ogni grande tribù d'Iliat deve equipaggiare un fugi, ossia una truppa di 800 cavalieri pel servizio delle frontiere. I cristiani ed i Guebri sono esonerati dal servizio militare, del pari che le genti di Kascian, che hanno una riputazione tradizionale di codardia;[460] il soldato o serbaz, vale a dire "l'uomo che giuoca la testa", è preso soltanto nelle razze guerriere.
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