I Turchi stessi venerano la sorgente dell'Eufrate e dicono che la sua acqua lava i peccati ordinari, ma uccide coloro che sono perseguitati dalla collera d'Allah [465]. Unita ad altri torrenti, uno dei quali è pari all'Eufrate per volume d'acqua, la sacra linfa discende nel bacino d'Erzerum, dove s'espandono in primavera, al tempo della fusione delle nevi, le vaste paludi di Sazlik. La pianura, coperta di giunchi, è popolata d'oche, di anitre selvatiche e d'altri uccelli acquatici: uscendo da quelle paludi, l'acqua scura dell'Eufrate, che scorre con lentezza in un letto melmoso, merita proprio il nome di Kara su, che le hanno dato i Turchi. È probabilissimo che le paludi di Sazlik siano il resto d'un lago che riempiva una volta tutto il bacino d'Erzerum; nondimeno Radde non ha potuto, malgrado lunghe ricerche, trovare alcuna specie di conchiglie lacustri;[466] gli avanzi vegetali, che hanno formato nella pianura un grosso strato di humus, e gli strati di ceneri plutoniche rigettate dai vulcani hanno coperto l'antico letto delle acque.
[Immagine 049.png - N. 49. -- BINGOL DAGH].
Le montagne che circondano la pianura, dove una volta si stendeva il lago d'Erzerum, sono in gran parte d'origine ignea, e qua e là si vedono sulle creste adergersi coni di scorie d'una regolarità perfetta; ma le correnti di lava sono rare: a tal riguardo questi volumi non possono paragonarsi a quelli dell'Armenia orientale, all'Ararat, al Tendurek, al Seiban e sopratutto all'Alagoz, il cui mantello di lave ha oltre 150 chilometri di circonferenza.
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