Gli ultimi gradini dell'altipiano d'Armenia terminano sopra le campagne mesopotamiche con una linea dentellata di rupi a picco, scavate di profonde intaccature dai fiumi e torrenti, ma aventi nell'insieme una direzione regolare da sud-est a nord-ovest, come prolungamento della catena marginale del Luristan. Ad ovest del lago, il Nimrud-dagh, quasi interamente composto di ceneri, inchina verso le acque il suo enorme cratere, che dicesi abbia parecchi chilometri di larghezza,[477] e sulla riva meridionale s'apre una baia elittica, cratere d'un vulcano parzialmente immerso. Tutta l'alta Armenia è un paese vulcanico, spesso agitato dai terremoti. Le sorgenti termali vi sono più numerose che nelle più ricche montagne dell'Occidente, quali i Pirenei e l'Alvernia.
Il lago di Van, il Tosp degli Armeni - donde il nome di Thospitis che gli davano gli antichi - è 336 metri più alto di quello d'Urmiah; la sua altitudine è di 1,625 metri. La sua estensione, valutata 3,690 chilometri quadrati, è un po' minore di quella del mare dell'Azerbeigian, ma ha una profondità più grande;[478] 3 chilometri ad ovest di Van, lo scandaglio non tocca fondo se non a più di 25 metri,[479] e nella parte meridionale del bacino il letto è molto più cavo: la capacità totale del lago di Van è certamente superiore a quella del lago d' Urrniah. La baia nord-orientale, che s'avanza per 60 chilometri nell'interno delle terre, non è altro che una espansione d'inondazione, dove i torrenti formano in primavera vasti delta d'alluvione.
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