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      I cedri, gli olivi circondano le città ed i villaggi della riva, e più in alto vengono i noci dalla larga chioma, i castagni, le quercie; da lontano le azalee ed i rododendri si espandono in tappeti rossi sui declivi delle montagne. Ai fiori delle azalee attribuiscono gli storici l'azione velenosa del miele, che ubbriacò e colpì di pazzia i soldati di Senofonte. Il botanico Koch non ha potuto ritrovare questo miele nelle regioni caucasiche, ma è venduto in tutti i mercati della costa pontica fra Batum ed Orlu; gl'indigeni lo cucinano e lo mescolano con zucchero per renderlo inoffensivo [493].
      Nell'interno delle terre, le montagne dell'Armenia sono quasi tutte spoglie di vegetazione arborescente; non si vedono che rupi e pascoli. In quel paese, che potrebbe essere coperto di foreste, certi distretti non hanno altro combustibile che lo sterco di vacca. Gli uccelli sono rari, ad eccezione di quelli che nidificano nelle anfrattuosità delle rupi. Le belve, che appartengono alle stesse specie che quelle delle montagne della Transcaucasia, mancano di ripari su quegli spazî nudi od erbosi; quasi tutti i pendii sono il dominio dei pastori e delle loro pecore colla coda grossa, custodite da cani mezzo selvatici, spesso più pericolosi dell'orso o del lupo. I cavalli, che pascolano sulle praterie dell'Anti-Caucaso e del Ponto, sono di bella razza, ma non hanno la forza dei cavalli turcomanni, nè la grazia dei movimenti degli animali persiani; sebbene pieni di fuoco, sono sempre di un'estrema dolcezza.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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