Del resto, i settari perseguitati hanno dovuto, come gli eretici dello sciismo persiano, imparare a simulare le cerimonie dei culti ufficiali: non vi è santo cristiano o musulmano, sunnita o sciita, che non accettino per proprio e non venerino con fervore apparente.
Il legame comune fra i Yezidi di diversa origine e di culti distinti è l'adozione del melek Taus, il loro re Pavone o Fenice, Signore di Vita, Spirito Santo, Fuoco e Luce, che rappresentano sotto la forma d'un uccello con testa di gallo, posto sopra un candelabro. Il suo primo ministro è Lucifero, la stella del mattino, che non hanno cessato di rispettare, malgrado la sua caduta. Decaduti essi stessi, dicono, con qual diritto maledirebbero l'angelo caduto, e poichè essi aspettano la propria salute dalla grazia divina, perchè il grande fulminato non riprenderebbe il suo rango di capo degli eserciti celesti? Forse i profeti, Mosè, Maometto, Gesù Cristo non erano che una sua incarnazione; forse esso è già risalito in cielo per eseguire di nuovo, come ministro supremo, gli ordini del legislatore. Sono presi d'orrore all'udir bestemmiare il nome dell'Arcangelo da musulmani o cristiani, e dicesi che la pena di morte è pronunziata fra loro contro chi si servisse del nome di "Satana"; quelli che l'odono hanno il dovere di uccidere l'insultatore e poi uccidere sè stessi [526]. Evitano persino ogni combinazione di sillabe che possa ricordare il termine d'insulto. Compiono religiosamente gli ordini dei loro preti, e molti di loro vanno in pellegrinaggio al luogo sacro dello sceikh Adi, che giace a nord di Mossul, sulla strada d'Amadiah; il loro papa o sceikh-khan risiede nel borgo di Baadli, posto sopra una roccia dirupata, ma il santuario è in un altro villaggio, Lalech, dove visse un profeta, il "Maometto" dei Yezidi: colà si fanno le grandi cerimonie e l'effigie santa del melek Taus è esposta alla venerazione dei fedeli; la mattina, quando il sole si leva all'orizzonte, la folla dei pellegrini saluta la luce, prosternandosi tre volte [527]. I viaggiatori, anche i missionari cattolici e protestanti, che sono stati accolti presso i Yezidi e che dovevano naturalmente fremere all'idea d'essere in presenza degli Adoratori del Diavolo, sono unanimi nel rappresentarli come moralmente assai superiori a tutti i loro vicini, nestoriani o gregoriani, sunniti o sciiti.
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