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      I Caldei, ossia i cristiani della Mesopotamia e dello Zagros, che vivono per lo più nelle regioni basse, intorno a Diarbekir ed a nord di Bagdad, si sono rannodati dal secolo decimosesto, almeno ufficialmente, al cattolicismo di Roma. Però hanno conservato diverse pratiche dell'antico culto, ed i loro preti si sposano, ad eccezione dei grandi dignitari; ma vi sono già missionari cattolici che si propongono di ravvicinare a poco a poco i riti caldei a quelli della Chiesa d'Occidente. I Nestoriani rimasti fedeli al culto nazzareno di Siria, principalmente, dopo il 1831, si trovano sotto l'influenza di missionari protestanti americani, che mantengono una sessantina di stazioni nel loro paese e contribuiscono allo stipendio dei preti indigeni ed al mantenimento delle loro scuole; più volte protessero in modo efficace i montanari cristiani contro i Turchi e i Kurdi.
      Le città sono relativamente poco numerose in questi paesi montuosi d'Armeni e di Kurdi, sì frequentemente desolate dalle scorrerie per far bottino e dalle grandi spedizioni di guerra. La fame s'aggiunge spesso ai mali che affliggono il paese. Quando la mancanza di pioggie o qualunque altra causa ha privato i coltivatori del loro raccolto abituale, non resta loro che mangiare le erbe dei campi, impastarsi un pane di ghiande e di corteccie; non avendo denaro, non possono comprar grano nelle provincie vicine, da cui li separano aspri sentieri. I miseri che non muoiono di fame vanno a mendicare presso le tribù vicine; il viaggiatore attraversa allora villaggi completamente abbandonati e città dove le rovine occupano maggior spazio delle case.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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