L'industria locale non comprende più guari che l'arte del calderaio e la preparazione dei cuoi; il lavoro delle armi, che una volta ebbe sì grande importanza, occupa adesso un piccolo numero d'operai. Le miniere non sono più esercitate, e tuttavia questo paese è quello che le tradizioni ci presentano come la patria dei primi fabbri, quei Tibareniani e quei Calibi che sapevano già fabbricare armi ed istrumenti di bronzo e di ferro, mentre i loro vicini usavano ancora gli utensili neolitici [540].
Ad ovest d'Erzerum la strada discende, seguendo la riva dell'alto Eufrate Kara su, oltrepassa bentosto le terme d'Iligia, le più frequentate dell'Armenia, poi attraversa paracchi bacini popolosi, alternati da strette forre; ma non incontra città se non alla distanza di circa 200 chilometri, in una pianura fertile percorsa da parecchi ruscelli, tributari dell'Eufrate. Erzengian o Erzingan (Arzinga) è una città antica; prima dell'êra cristiana Erez era famosa in Armenia come santuario della dea Anahid (Anaitis), che gli Elleni confusero con Artemide, divenuta in seguito la Diana romana ed infine la Panagia dei cristiani; l'antico tempio d'Anahid fu trasformato in chiesa della Vergine. Erzengian era prima di Erzerum la città principale di questa regione di Haik, da cui gli Haikani od Armeni hanno preso il nome, e nelle alte valli dei dintorni si trovano alcune delle "montagne sante" più venerate. Quando Marco Polo la visitò, era una gran città, dove si fabbricavano "i migliori tappeti del mondo e a più bel colore". Possedeva anche "i migliori bagni di sorgenti che esistano", bagni che oggi non sono più conosciuti o più utilizzati, ma può darsi che le commozioni del suolo li abbiano spostati, avendo questa regione molto sofferto pei terremoti; nel 1667 una scossa rovesciò la città, inghiottendo la metà degli abitanti.
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