La città è circondata di vigneti, che danno il miglior vino dell'Armenia; a sud-est si trovano le fucine importanti di Sivan-maden, stabilite in mezzo ad un paese tanto ricco di ferro, che non è nemmeno necessario scavare delle miniere: colline e valli sono seminate di blocchi d'un minerale nero, che basterebbero per secoli al lavoro dell'officina [549]. Presso Sivan-maden, la soglia di spartiacque fra il Tigri ed il Murad è ad un chilometro appena da questo fiume, profondamente incassato nella sua chiusa di rupi. Il principale affluente del nord è il Mezur su, cui domina, presso la congiunzione, il massiccio igneo di Takhtik. La miserabile borgata di Mazgherd, in cui Taylor riconosce il nome iranico di Hormuz-gherd o "Città d'Ormuzd", aggruppa le sue capanne in un bacino di ceneri, a piè d'una piattaforma di basalto, dove sorgeva un tempo un altare del Fuoco, visibile ad una distanza enorme. Gli avanzi delle costruzioni sacre sono baciate con devozione dai Kizil-bash e dagli Armeni dei dintorni [550].
A valle del confluente dei due Eufrate, il Murad e il Kara su, il fiume conserva ancora per gl'indigeni il nome di Murad, che deriva, dicesi, dalle numerose fortezze che fece erigere Murad I sulle colline delle sue rive; l'appellativo di Frat, che è quello del Kara su, non è dato comunemente alle acque riunite se non al loro ingresso nella pianura. Nessuna grande città sorge nel punto di congiunzione: Kyeban-maden, che si trova poco distante a valle, sulla riva sinistra, deve evidentemente la sua origine esclusivamente alle miniere di piombo argentifero recentemente abbandonate che giacciono nelle montagne circostanti, perchè essa è costruita in mezzo alle rupi, in un circo senza alberi, senza nemmeno cespugli, dove manca qualsiasi vantaggio naturale.
| |
Armenia Sivan-maden Sivan-maden Tigri Murad Mezur Takhtik Mazgherd Taylor Hormuz-gherd Ormuzd Fuoco Kizil-bash Armeni Eufrate Murad Kara Murad Murad I Frat Kara Kyeban-maden
|