Le rupi a picco, che restringono il fiume di quando in quando, impediscono pure la costruzione di strade: solo più in alto, sugli altipiani e nelle valli laterali, passano le carovane e sorgono le agglomerazioni urbane con moschee e fortezze. Nello spazio triangolare limitato dai due Eufrate, la città principale è l'antica Hierapolis, Tscemesh-gadzak o "Patria dei Tzimisci", che è circondata da tre lati da rocce d'arenaria, sparse di grotte, che servivano una volta d'abitazioni. Sugli altipiani dell'ovest, la grande città d'Arabkir, o "Conquista Araba", che, nella lingua dei compatrioti di Maometto, è il nome di tutta la penisola d'Anatolia,[551] occupa, tre chilometri a sud di un'"antica città" o Eski scehr, il fondo d'una depressione circondata di dirupi d'un basalto nero; ma l'industria degli abitanti ha trasformato l'abisso cupo in giardino, i muri formidabili della cinta di lave non appariscono che attraverso il verde dei grandi alberi. Non meno attivi dei giardinieri d'Arabkir, i suoi tessitori importano il filo dall'Inghilterra pei loro telai da cotonine. La regione peninsulare, limitata a nord dal Murad, ad ovest ed a sud del gran gomito che forma l'Eufrate al suo sbocco dalle montagne tauriche, è dominata dalla città forte di Kharput (Karberd), la cui collina dirupata s'aderge al disopra d'una pianura fertile e coltivata con cura, che produce tutti i frutti della zona temperata. Nel mezzo di questa ricca campagna è la città di Mezereh, chiamata anche "Nuova Kharput". Il "collegio d'Armenia", fondato a Kharput da missionarî americani, è il principale stabilimento d'istruzione pubblica nei paesi dell'Armenia e del Kurdistan.
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