Questo bel torrente di Bitlis è probabilmente il corso d'acqua che ha dato luogo alle leggende, ripetute da Strabone e Plinio, sul passaggio del Tigri attraverso un lago, che conterrebbe una sola specie di pesce; si vedeva nelle acque del Bitlis lo scolo sotterraneo del lago di Van, ma la corrente del Bitlis dà origine ad un livello più alto di quello del lago, e la sua acqua non è salina e carica di soda, come quella del serbatoio chiuso: dalla composizione dell'acqua si potrà riconoscere, se esiste realmente fra gli affluenti del Tigri superiore un ruscello uscito dal lago d'Armenia per gallerie sotterranee.
A valle della congiunzione dei due Sciat, Digilè o Tigri occidentale, e Botan o Tigri orientale, il fiume, che già fluita la metà della massa liquida, cui la sua corrente inferiore porta al mare, volge a sud-est per impegnarsi in una serie di chiuse attraverso aspre montagne. Sopra uno spazio di 75 chilometri circa, i sentieri abbandonano le rive ed ascendono, sia ad ovest, sia ad est, i dirupi che restringono la corrente: qua e là, dall'alto dei promontorî, si scorgono le acque che scivolano alla base di pareti calcari o di colonnati basaltici. A valle di questa prima breccia, dove non osarono penetrare i Diecimila di Senofonte, s'apre una larga pianura, ed il fiume serpeggia a suo piacimento nelle terre alluvionali: ma ben presto la corrente attraversa altri baluardi, e là ancora le sue rive sono impraticabili. Le rupi a picco e le frane di calcari, d'argille di conglomerati sono bagnate dall'onda; i sentieri, evitando il fiume con grandi deviazioni, s'allontanano anche dalla parte inferiore degli affluenti, che scorrono tutti a 15 metri di profondità fra due mura d'argilla [576].
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