Nascendo parecchie centinaia di metri a monte della valle dell'Eufrate, e seguendo nella direzione del golfo Persico una valle meno sinuosa, il Tigri ha il pendìo molto più inclinato; esso fugge rapidamente fra le sue rive, donde il suo vecchio nome persiano di Tigri o "Freccia", surrogato all'appellativo assirio di Hiddekel (Idiklat) o "Fiume dalle rive alte",[580] che si ritrova nell'armeno Dikla e nell'arabo Digilè. Correndo più veloce, il Tigri perde meno acqua per evaporazione e si spande meno nelle campagne rivierasche in stagni e paludi. Battelli a vapore di poca portata lo risalgono sino a Bagdad, e potrebbero anche raggiungere Tekrit, a circa 1,000 chilometri dal mare; a monte, fino a Mossul, il fiume non porta che barche, e più in alto, fra Mossul e Diarbekir, il solo veicolo galleggiante è il kellek, una zattera sostenuta da otri. Moltke e Mühlbach furono i primi Europei che discesero il fiume in questo modo e riconobbero così le forre grandiose per le quali il Tigri sfugge dalla regione montuosa [581].
A valle del confluente dei due fiumi maestri - il Murad, che ha maggior quantità d'acqua, ed il Frat (Kara su), che ha preso il nome, - l'Eufrate, ossia il "Fiume per eccellenza",[582] ha già la più gran parte della massa liquida, che s'unisce al Tigri nello Sciat-el-Arab; i letti dei due Eufrate hanno in media oltre 100 metri di larghezza, 1 metro di profondità, e la rapidità della corrente è di 3 metri al secondo; in tempo di piena, ossia dalla metà di marzo alla fine di maggio, il livello s'innalza ordinariamente di 5 a 6 metri, e molto più ancora all'epoca delle inondazioni eccezionali;[583] le chiuse, per cui passa la corrente, vengono riempite di scaglione in scaglione ed i sentieri delle rive sono sommersi nell'onda.
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