Una delle rapide più pericolose è la prima, che s'incontra venendo dalla pianura di Malatia: è il "Vortice del Serpente", così chiamato dalle ondulazioni dell'acqua, che discende di 5 metri sopra una lunghezza di 180. Altre rapide formidabili si succedono presso Telek, là dove l'Eufrate, volgendo bruscamente a sud e a sud-ovest, passa al disotto dell'altipiano, sul quale scaturisce, 400 metri più in alto, la sorgente del Tigri occidentale; acque solforose si slanciano da una fessura della rupe presso le cateratte e si scoprono da lontano per le loro volute di vapori; più in basso una frana ha ristretto il fiume ed il letto, la cui larghezza media, che sorpassa a monte 200 metri, si riduce qui ad una trentina di metri: questo strozzamento è noto sotto il nome di Geik-tash o "Salto del Cervo". Una delle ultime rapide, Gerger (Gurgur, Kharkar), giustamente chiamato "Muggito", è parimenti temuto dagli zatterieri. Però più volte osarono avventurarsi sulle cateratte. Nel 1838 e nel 1839 l'ufficiale di Moltke, incaricato dal governo turco di studiare i mezzi di trasporto per gli approvvigionamenti militari, discese la forra sopra un kellek: la prima volta compiè il viaggio senza accidenti; ma nel secondo viaggio, tentato nella stagione delle piene, non potè salvarsi che a gran pena da uno dei gorghi del Telek; gli otri furono spezzati o staccati dalla zattera dalla forza della corrente, e più d'una volta le onde la trascinarono sott'acqua [584].
      Sfuggito dalle gole del Tauro armeno, l'Eufrate rasenta ad est, poi a sud, questa catena di montagne, che gl'invia numerosi torrenti; a monte del piccolo villaggio di Kantara, si vedono ancora alcune rapide.